Uroflussometria (UFM)
L’uroflussometria è un esame non invasivo che permette di valutare il flusso urinario espulso attraverso l’uretra durante lo svuotamento vescicale.
In pratica il paziente, all’interno di una stanza chiusa per garantirne la privacy, fa la pipì all’interno di un contenitore che poggia su un sensore. La macchina elabora poi un segnale grafico che permetterà la valutazione clinica del tracciato.
L’esame si completa con un’ ecografia della parte inferiore dell’addome per valutare il grado di svuotamento della vescica, ovvero se è presente il residuo post-minzionale
Serve una preparazione particolare?
E’ richiesto al paziente di giungere all’orario concordato per l’esame con uno stimolo vescicale “confortevole”, per favorire un atto minzionale normale, sovrapponibile a quello che ad esempio compie nella toilette del proprio domicilio. L’esame risulta attendibile se vengono espulsi almeno 120-150 ml di urina, pertanto non serve bere grandi quantità di acqua prima.
Quali sono le indicazioni per la uroflussometria?
L’uroflussometria di solito viene consigliata al paziente direttamente dallo specialista urologo, ma anche il medico di medicina generale la può richiedere, essendo un esame di screening funzionale di primo livello soprattutto nel sesso maschile per tutti i disturbi del basso apparato urinario (LUTS) secondari all’ipertrofia prostatica benigna.
Che informazioni può dare la uroflussometria?
L’UFM può porre il sospetto sulla presenza di un ostacolo che rallenta o modifica il flusso dell’urina. L’ostacolo può essere rappresentato da una stenosi (un restringimento) dell’uretra oppure da un ingrossamento della prostata che occlude parzialmente il lume dell’uretra.
Il sospetto di ostruzione può essere avvalorato dalla presenza di residuo vescicale dopo la minzione.
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